mercoledì 24 giugno 2015

LA ROTA - FRANCESCO PAOLO FERROTTI

Francesco Paolo Ferrotti torna in libreria con una nuova raccolta di poesie, SOL INVICTUS (Mohicani Edizioni, 2015), dal consueto verso corto, accompagnato dalla sua musa Cora. Questa raccolta non si discosta molto dalla precedente, di cui potrebbe essere la continuazione e non potrebbe essere diversamente, dato il poco tempo intercorso tra questa e la pubblicazione dei suoi LUMI D'AGOSTO. 
Anche qui è presente uno scenario di mare, da cui il poeta si guarda intorno, tra gli ultimi raggi del sole o quelli della luna, a desiderare, celebrare o aspettare l'estate, tra canti d'allodola e “miti farfalle”, tra tempeste, onde gonfie,   “segreti di lucci, / di reti e lampare".
Non a caso la raccolta si apre con una citazione di Thoreau, “bisogna mantenere  un piccolo pezzo d'estate anche nel mezzo dell'inverno” e chiude con i versi di Blake “Se il sole e la luna dovessero dubitare, subito si spegnerebbero”.
La Rota è una delle poesie che, a mio avviso, rappresenta meglio il volume, sia per contenuto che  per il suo andamento lento da sentire quasi lo scandire dei silenzi forzare i tempi del verso.  Ma quanto a musicalità Ferrotti ci ha abituato bene.


Beato Angelico, Allegoria della "Ruota mistica" nella visione di Ezechiele - Museo San Marco, Firenze.


LA ROTA



Corre l'autunno,
e l'inverno poi lento
trascorre:

a contare le foglie,
a sfogliare le pagine
morte, serbando
le provvide scorte
nell'ombra.

E il lume si spegne,
il pendolo suona;

sogna il bambino,
e nel sonno profondo
riscende battente
la pioggia.

Ma quando le ore
ritornano corte,
d'incanto un mattino
s'allenta la morsa:

la rota del Tempo
riprende la corsa...

E già di nascosto
s'affretta l'estate...

ché un'altra stagione
nel buio è trascorsa.


























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